Videoart al Musa di Pietrasanta

HOMO FABER è sinonimo anche di produzioni video artistiche. Non a caso il prossimo week-end il MUSA, Museo Multimediale della Scultura e dell’Architettura di Pietrasanta, ospiterà una serie di sperimentazioni di videoart contemporanea, dalle ore 18.30 alle ore 13.30, ingresso libero.

Il ciclo si apre venerdì 20 giugno con una serata dedicata ai Masbedo, collettivo artistico formato da Nicolò Massazza (1973 Milano) e Jacopo Bedogni (1970 Sarzana), che nel corso degli ultimi anni hanno fatto incetta di premi internazionali e presentato i loro lavori nei principali musei e spazi pubblici. Saranno proiettati video come The Workers, Ionesco Suite, Teorema d’Incompletezza e il celebrato Glima.

Un linguaggio quello dei Masbedo che mette al centro le dinamiche d’interazione con il pubblico che viene forzato ad avere un atteggiamento attivo, per affrancarlo dalla fruizione passiva della televisione e dei mezzi di comunicazione di massa.

Sabato 21 giugno vedrà sullo schermo del MUSA un percorso nelle ultime 3 generazioni di video artisti, dai pionieri dei primi anni settanta, come Joan Jonas, Gary Hill ai protagonisti della cosiddetta “fase narrativa” degli anni 80’ come Isaac julien e Douglas Gordon fino agli sperimentatori contemporanei come McCarthy e Francis Alys.

Domenica 22 giugno è dedicata ad alcune figure centrali del panorama artistico contemporaneo. Tra queste l’artista egiziano Wael Shawky (1971), formatosi all’Accademia di Belle Arti di Alessandria, che nel corso degli anni ha sviluppato una sua peculiare poetica, che lo ha portato da protagonista in alcune delle più importanti collezioni internazionali e nelle principali manifestazioni artistiche. Il video “Telematch Sadat”, sfruttando il format della trasmissione Giochi Senza Frontiere, affronta alcuni avvenimenti salienti della storia politica e sociale egiziana. In particolare l’attacco al presidente Sadat avvenuto nel 1981, il 6 ottobre, che viene trasfigurato attraverso il gioco degli attori e del montaggio frammentario.

Non poteva mancare Cindy Sherman regina del trasformismo cristallizzato nelle fotografie che l’hanno resa celebre, Yinka Shonibare, che sfrutta l’iconografia colonialista per rovesciarla e infine Paul McCarthy che pescando nella memoria collettiva e nel folklore della provincia americana struttura una ritualità visiva inquietante.

Ingresso gratuito

Info: pressoffice@cavpietrasanta.it tel. 0584 8792655

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